Giovedì 25 Ottobre è stato illustrato a Modena il “Pianeta Kazakhstan”, insieme alle nuove prospettive economiche offerte dal suo ingresso nell’Unione Doganale con Russia e Bielorussia.
Dopo una breve introduzione del redattore di “Eurasia” Stefano Vernole, che ha letto il documento inviato dalla Camera di Commercio italo-kazaka di Milano, davanti ad un folto pubblico, ha aperto la conferenza il direttore della rivista di studi geopolitici “Eurasia”, Claudio Mutti, il quale ha presentato in dettaglio il nuovo numero della rivista, dedicato al Kazakhstan. Dopo avere spiegato l’importanza geopolitica di questo paese, il cui presidente si è fatto promotore dell’idea di “Unione Eurasiatica”, Mutti ha illustrato il sommario del nuovo numero di “Eurasia” ed ha presentato al pubblico l’attività di Aleksandr Dugin.
Ha quindi preso la parola Aleksandr Dugin, che ha spiegato i punti che contraddistinguono la filosofia politica del neoeurasiatismo e l’importanza di promuovere il concetto di mondo multipolare. Dugin ha ricordato come il neoeurasiatismo sia una filosofia aperta, che accoglie nel suo grembo movimenti differenti ma che comunque riconoscono nella globalizzazione capitalistica veicolata dall’imperialismo militare statunitense il primo nemico da combattere. Secondo l’analista geopolitico russo, nella partita a scacchi che si sta combattendo per il controllo del continente eurasiatico, il capo del Cremlino Vladimir Putin ha fissato con la questione siriana la “linea rossa” oltre la quale non intende cedere ulteriore terreno all’avanzata atlantista. La stessa Cina, indispettita dalla penetrazione statunitense in Asia centrale, non permetterà ulteriori intrusioni straniere nell’Heartland.
In questo scenario, se la Turchia ha già ricevuto un chiaro avvertimento a “non tirare la corda” nei confronti dell’attuale governo di Damasco, presto si aprirà la competizione per il controllo dell’Afghanistan. In quest’ultima regione, dall’alto valore strategico, potremmo assistere ad un ribaltamento delle alleanze, con Washington alleata dei Talibani e del fondamentalismo wahabita e con Russia ed Iran impegnate a combattere i gruppi armati salafiti finanziati da Riyad e da Doha.
MODENA
Sabato 27 Ottobre è stata la volta di Milano. Anche in questa occasione, davanti ad un pubblico numeroso e interessato, ha aperto la conferenza il direttore di “Eurasia. Rivista di studi geopolitici ”, Claudio Mutti, che, prima di presentare il sommario del nuovo numero della rivista, dedicato al Kazakhstan, ha presentato la situazione di questo paese inquadrandola sotto il profilo storico, culturale e geopolitico.
Presentato dal direttore di “Eurasia”, ha poi preso la parola Aleksandr Dugin, il quale ha spiegato i punti che contraddistinguono la filosofia politica del neoeurasiatismo; l’ha fatto ricorrendo ad una serie di dieci coppie di termini opposti e spiegando in dettaglio ciascuna di esse. Il neoeurasiatismo è per lo spazio contro il tempo, per il pluralismo inclusivista contro l’universalismo esclusivista, per “le” civiltà contro “la” civiltà, per l’integrazione regionale contro la globalizzazione globale, per la non-modernità (tradizione e postmodernità) contro la modernità, per la persona contro l’individuo, per la multipolarità contro l’unipolarità e contro la non-polarità (“società aperta”), per il non-liberalismo contro il liberalismo, per tutti i concetti alternativi al capitalismo contro il capitalismo in quanto espressione ortodossa della modernità, per una relativizzazione dell’Occidente (caso particolare della storia) contro l’Occidente quale paradigma normativo.
Infine, sono state formulate alcune domande da parte del pubblico.